Diana Schivardi, la condanna della figlia di Nadia Bengala

Redazione
Diana Schivardi, la condanna della figlia di Nadia Bengala

Nella giornata di ieri, la figlia dell’ex Miss Italia Nadia Bengala, Diana Schivardi, è stata condannata a dieci mesi di carcere per tentata rapina impropria, furto aggravato e lesioni aggravate. La vicenda ha avuto inizio quando la giovane, in uno stato evidente di alterazione, ha cercato di rubare un’auto e si è scagliata violentemente contro un uomo che le ha rifiutato un passaggio. La sentenza del tribunale ha tenuto conto delle attenuanti generiche e della perizia che ha dimostrato l’influenza di stupefacenti sulla capacità di intendere e volere di Diana.

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La vicenda giudiziaria di Diana Schivardi, figlia di Nadia Bengala

La vicenda giudiziaria di Diana Schivardi, figlia di Nadia Bengala, ha raggiunto una conclusione ieri, giovedì 27 giugno 2024, con la sentenza emessa dal tribunale monocratico di piazzale Clodio a Roma. La giovane è stata condannata a dieci mesi per tentata rapina impropria, furto aggravato e lesioni aggravate. Tutto è iniziato lo scorso marzo quando Diana, visibilmente alterata, è entrata in un’auto parcheggiata nei pressi di una stazione di servizio a Trionfale. Dopo essere stata allontanata dal gestore, ha cercato di mettere in moto un’altra macchina utilizzando delle chiavi trovate sul sedile. Successivamente, ha agito in modo violento nei confronti di un passante che si era rifiutato di darle un passaggio. La vicenda ha avuto ulteriori sviluppi quando è stata scoperta come autrice di un furto da un furgone denunciato poco prima.

Il tentativo di rapina impropria e le conseguenze violente

Il tentativo di rapina impropria compiuto da Diana Schivardi ha avuto conseguenze violente. La giovane, in evidente stato di alterazione, è entrata in un’auto parcheggiata nei pressi di una stazione di servizio a Roma. Dopo essere stata allontanata dal gestore della pompa di benzina, ha provato a mettere in moto un’altra macchina con delle chiavi trovate sul sedile, senza successo. Questo comportamento ha attirato l’attenzione dei passanti e dei residenti, ma quando Diana ha chiesto un passaggio a un uomo di origini camerunensi e questi ha rifiutato, si è scagliata rabbiosamente contro di lui con calci, pugni e frasi razziste. L’uomo è stato portato all’ospedale, mentre la donna è stata arrestata.

La sentenza del tribunale e le attenuanti generiche

La sentenza del tribunale ha visto il giudice considerare le attenuanti generiche nel caso di Diana Schivardi, figlia di Nadia Bengala. Nonostante la richiesta del pm di un anno e dieci mesi di condanna, il giudice ha deciso di condannarla a dieci mesi per tentata rapina impropria, furto aggravato e lesioni aggravate. La decisione è stata influenzata anche dall’esito della perizia che ha dimostrato la sua condizione di alterazione della capacità di intendere e volere a causa dell’assunzione di stupefacenti. Queste attenuanti hanno portato a una riduzione della pena originariamente richiesta, ma comunque ad una condanna per i reati commessi da Diana Schivardi.

La condanna di Diana Schivardi, figlia di Nadia Bengala, per tentata rapina impropria, furto aggravato e lesioni aggravate ha segnato la fine di una vicenda giudiziaria che ha suscitato grande attenzione. Tuttavia, questa storia solleva interrogativi sulla responsabilità delle celebrità nel comportamento dei loro figli e sulla necessità di affrontare le cause profonde di tali comportamenti.

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