Alessandra Canale vince la causa e ottiene il risarcimento di oltre 50mila euro. Come è andata

Redazione
Alessandra Canale vince la causa e ottiene il risarcimento di oltre 50mila euro. Come è andata

La Rai è stata condannata a risarcire l’ex annunciatrice Alessandra Canale con una somma di 45 mila euro per danni d’immagine e altri 8 mila e 830 euro come danno biologico. La sentenza della Cassazione ha respinto il ricorso della Rai, confermando che la Canale è stata costretta a un periodo di inattività forzata dal 2006 al 2013. Tuttavia, sorge ora un interrogativo sulle mansioni svolte dalla Canale dopo il 2013: rientrano nel ruolo di annunciatrice o rappresentano una mansione diversa? Sarà compito dei suoi legali sciogliere questo nodo.

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La sentenza della Cassazione: La Rai condannata a risarcire l’ex annunciatrice

La sentenza della Cassazione ha condannato la Rai a risarcire l’ex annunciatrice Alessandra Canale. La tv di Stato dovrà versare a Canale la somma di 45 mila euro per danni d’immagine, oltre ad altri 8 mila e 830 euro come danno biologico. Il contenzioso riguardava le mansioni lavorative affidatele nel periodo dal 2006 al 2013, durante il quale l’ex “Signorina Buonasera” sarebbe stata costretta ad un’inattività forzata. La sentenza ha respinto il ricorso presentato dai rappresentanti della Rai contro la decisione d’appello del 2022, che aveva dichiarato illegittima l’assegnazione di mansioni diverse da quella di annunciatrice ad Alessandra Canale.

Il contenzioso sulle mansioni lavorative: Un periodo di inattività forzata

Il contenzioso sulle mansioni lavorative riguarda un periodo di inattività forzata vissuto dall’ex annunciatrice Alessandra Canale dal 2006 al 2013. Durante questi anni, la Canale sostiene di essere stata costretta a svolgere mansioni diverse da quella di annunciatrice, cosa che ha portato alla causa legale contro la Rai. La questione è stata sentenziata dalla Cassazione, che ha ritenuto illegittima l’assegnazione di compiti diversi alla Canale. Questo periodo di inattività forzata è stato considerato un danno per l’immagine della conduttrice, e quindi la Rai dovrà risarcirla con una somma di 45 mila euro.

Un nuovo interrogativo: Le mansioni svolte dopo il

Dopo la vittoria della causa legale contro la Rai, sorge un nuovo interrogativo riguardo alle mansioni svolte da Alessandra Canale dopo il 2013. La sentenza della Cassazione ha stabilito che la conduttrice doveva svolgere solo il ruolo di annunciatrice, ma resta da capire se tale ruolo è stato rispettato anche successivamente. Saranno i legali di Canale a dover sciogliere questo nodo, determinando se le mansioni svolte dalla conduttrice dal 2013 in poi rientrano effettivamente nel ruolo di annunciatrice o se rappresentano una mansione diversa. Questo aspetto sarà cruciale per stabilire eventuali ulteriori richieste di risarcimento danni nei confronti della Rai.

La sentenza della Cassazione che ha condannato la Rai a risarcire l’ex annunciatrice Alessandra Canale rappresenta una vittoria per lei, ma lascia ancora aperto un interrogativo sulle mansioni svolte dopo il 2013. È necessario capire se queste rientrano nel suo ruolo di annunciatrice o se si tratta di una mansione diversa. Sarà interessante vedere come i suoi legali affronteranno questa nuova sfida.

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