La stranezza: come finisce? Spiegazione del finale
Il film “La stranezza” di Roberto Andò, che ha ottenuto un grande successo, presenta un finale ambiguo che lascia spazio a diverse interpretazioni. In particolare, si pone la domanda su chi siano i personaggi di Bastiano e Onofrio: esistono veramente o sono solo fantasmi inventati da Pirandello? Questo articolo esplorerà il tema della divisione tra persona e personaggio, sia nell’opera di Pirandello che nel film di Andò, analizzando il significato profondo di questa ambiguità.
Bastiano e Onofrio: Fantasmi o Creature Inventate da Pirandello?
Bastiano e Onofrio: Fantasmi o Creature Inventate da Pirandello? Questa è la domanda che il pubblico si pone al termine del film di Roberto Andò, dove Ficarra e Picone interpretano questi due enigmatici personaggi. Il finale ambiguo getta una luce incerta sulla loro esistenza, suggerendo che potrebbero essere semplicemente creature inventate da Pirandello per prendere forma nel mondo. Come i Sei personaggi della sua opera, Bastiano e Onofrio potrebbero essere solo uno dei tanti personaggi che cercano di venire alla luce come creature reali. La divisione tra persona e personaggio è un tema centrale nell’opera di Pirandello, che viene affrontato anche in modo straordinario in questo film di Andò.
L’ambiguo finale che getta luce sulla loro esistenza
Il finale ambiguo del film getta luce sulla vera esistenza di Bastiano e Onofrio, lasciando aperta la possibilità che siano soltanto creature inventate da Pirandello. Come nei Sei personaggi, anche qui la distinzione tra persona e personaggio diventa sfocata, mettendo in discussione ciò che è vero e ciò che è falso. Il pubblico si trova a chiedersi se i due protagonisti sono fantasmi o se realmente esistono. Questa riflessione sul confine tra realtà e finzione è una caratteristica fondamentale della poetica pirandelliana, che il regista Roberto Andò affronta in modo straordinario nel suo film La stranezza.
La divisione tra persona e personaggio in Pirandello e nel film di Roberto Andò
La divisione tra persona e personaggio è un tema centrale sia nell’opera di Pirandello che nel film di Roberto Andò. Entrambi esplorano l’ambiguità dell’esistenza e la difficoltà di definire chi siamo veramente. Pirandello ci ha insegnato che la persona non può esistere se non attraverso la forma del personaggio, che continua a sopravvivere anche dopo la morte biologica. Allo stesso modo, nel film di Andò, i personaggi di Bastiano e Onofrio sono ambigui: potrebbero essere fantasmi inventati da Pirandello o creature che cercano di venire al mondo. Questa divisione tra persona e personaggio getta una luce incerta sulla loro esistenza, mettendo in discussione la natura stessa dell’io e della realtà.
Alla luce delle riflessioni sulla natura ambigua di Bastiano e Onofrio, sia nel contesto pirandelliano che nel film di Roberto Andò, sorge una domanda fondamentale: cosa significa davvero esistere? Il finale aperto del film ci invita a continuare a indagare su questa complessa dicotomia tra persona e personaggio, e ad approfondire il nostro rapporto con la realtà e l’illusione.