Vladimir Luxuria, dichiarazioni bomba: “I politici mi pregavano in ginocchio”
Vladimir Luxuria, dichiarazioni bomba: “I politici mi pregavano in ginocchio”. Nel documentario “Roma, santa e dannata”, diretto da Roberto D’Agostino e Marco Giusti, si ascolta la narrazione di Vladimir Luxuria, ex deputato e prossima presentatrice dell’Isola dei Famosi. L’apertura del film è dedicata alla descrizione di Roma come un luogo trasgressivo
Caratterizzato da movimenti trasformatisi nelle notti trasgressive del Muccassassina e del Degrado. Queste serate, precursori di un intero movimento, hanno attratto un vasto pubblico, incluso coloro che durante il giorno sostengono i valori della famiglia
Ma di notte nascondono comportamenti inaspettati nel parco. Vladimir Luxuria infatti afferma: “Ne conosco molti che di giorno proclamano ‘i valori della famiglia, noi difendiamo i valori della famiglia’ e alla sera ti accorgi che li trovi immersi nel parco non a raccogliere margherite, ma a fare tutt’altro.”
I racconti di Vladimir Luxuria
Il film documentario, accessibile su RaiPlay, si apre con Roberto D’Agostino che riflette sulla città eterna di Roma, ma con un’inclinazione pagana, spingendo Vladimir Luxuria a condividere i suoi ricordi sui movimenti degli anni passati: “Molti non la vedono così, ma ho sempre percepito Roma, la città eterna, come fondamentalmente pagana.
C’è la presenza del Vaticano e contemporaneamente un forte elemento pagano. Il cinema Mercury, di proprietà della Santa Sede, era un cinema per adulti, poi con l’arrivo delle videocassette e la conseguente crisi, è nata la Muccassassina“.
“Noi ogni notte interrompevamo la musica per fare spettacoli e all’epoca non si parlava di drag queen, ma eravamo dei precursori alla metà degli anni Ottanta. Era una sala unica con un palco molto alto e noi lo chiamavamo ‘musica frocia’. La Carrà, gli Abbà, tutto quello che ci faceva sbattere e ancheggiare come dei capitoni. A fine serata si accendevano le luci e si metteva il Sirtaki. Tutti ci tenevamo mano per mano, come la danza della vita di Matisse.
C’era il gay, la lesbica, la trans part-time, la trans full-time, l’eterosessuale, l’eteroflessibile. Mi ricordo personaggi famosi, a parte Roberto che non gliene è mai fregato di meno, che mi chiedevano “mica ci sono fotografi?” perché avevano paura di farsi vedere.
Dopo un po’ di anni, quando Mucca Assassina era diventato un evento, gli stessi chiedevano che ci fossero i fotografi. Sai quanti politici mi si sono avvicinati, quando sono stata eletta deputata, che mi dicevano: “Non dire che m’hai visto al Mucca Assassina, eh”. E io: “No, chi t’ha visto, stavi sempre nella dark (le dark room, ndr)”.